Michele, La Lampada di Aladino ETS
Da quella diagnosi qualcosa è cambiato, certo. Mi stanco molto, mi manca un po’ il fiato, ma sto bene, ho uno spirito allegro, cerco di prendere il tutto con filosofia. La mia famiglia è accanto a me, mi godo i nipoti.
Sono sereno. Ma ho avuto i miei momenti.
Il tutto è nato da una visita per un controllo, avevo male alle ginocchia e alle gambe, poi febbre e diarrea persistente. Una dottoressa mi ha detto “deve fare una lastra”. E così è iniziato il mio viaggio.
Era l’inizio del 2021. Dopo vari accertamenti e una biopsia polmonare è arrivata la diagnosi: adenocarcinoma infiltrante del polmone. La reazione è stata quella che hanno tutti, credo. Ho pensato “perché proprio a me?!?” Pensavo alla mia famiglia, ai miei nipotini, temevo di non rivederli più... ho pianto anche. Non è stato semplice, ma poi ho reagito, grazie a mia moglie, ai figli e a un team di medici che mi ha seguito in tutto, con gentilezza, professionalità e sempre col sorriso. Nei diversi centri in cui sono stato curato (l’ospedale vicino casa per le chemioterapie e due grossi centri metropolitani per l’intervento e la radioterapia) ho sempre trovato grande umanità e spirito di collaborazione. I medici che mi hanno in cura ridono e scherzano con me, hanno una maniera gentile di parlare. Sono davvero contento del rapporto che si è instaurato.
Sentire ‘cancro al polmone’ non è facile, anche perché si è metastatizzato con lesioni cerebrali e al pancreas. Dopo l’operazione con cui hanno tolto una parte del polmone i medici hanno richiesto le determinazioni molecolari ed è venuta fuori una mutazione di Braf v600 che è quella mirata per i farmaci che assumo e che tengono sotto controllo la malattia.
È una storia lunga, fatta di ricoveri, di chemio, di radioterapia mirata con la cyberknife, di equipe di diversi centri che hanno avviato una collaborazione d’eccellenza. Ma è la mia storia e voglio che vada avanti per almeno altri dieci anni.
Ora vivo cercando di godermi la famiglia. Per fortuna mia moglie mi accompagna, mi è sempre dietro… Ho perfino guadagnato un rapporto con mio figlio, con il quale non è stato sempre facile confrontarsi. Lui ha una testa e io un’altra, ma adesso mi è sempre vicino, chiama tutti i giorni, ha voluto a tutti i costi che andassi in vacanza con lui. A 70 anni mi ha fatto prendere l’aereo per la prima volta.
Qualcosa è cambiato, certo. Sono pallido, mi sento stanco e sono molto gonfio, ma rido di gusto quando penso a mia nipote che guardando il mio pancione mi ha chiesto “nonno, ma sei incinto?”